Descrizione
Le due famiglie fra il 1620 e il 1623 donarono il terreno e si accollarono le spese di costruzione della chiesa e poi qualche anno più tardi, intorno al 1630, del grande portico impropriamente oggi denominato Arco della Pietà. Fra il 1671 e il 1679 l'edificio fu ristrutturato con l'intervento della marchesa Anna Maria Ravaschiero, vedova Del Tufo. Il portale finemente decorato e di pregevole fattura si deve invece alla committenza del Marchese Ascanio del Tufo e si realizza fra il 1711 e il 1716. La chiesa fu data poi nella disponibilità della confraternita della Pietà. Erroneamente si è pensato che l'arco rappresentasse uno degli ingressi della cittadina, in realtà in origine la chiesa si trovava all'esterno del perimetro cittadino, perimetro che raggiuse l'arco e lo inglobò verso la fine del '600. La chiesa è caratterizzata dalle sue volte strette ed interamente affrescate, si presume che l'autore degli affreschi sia stato l'artista napoletano del settecento Giuseppe Guerra. L'interno ospita, oltre all'altare maggiore, tre altari di cui uno è intitolato a Santa Maria dei Sette Dolori.